Invecchiamento della colonna
Il "mal di schiena" o lombalgia, ha nel suo essere una condizione del tutto singolare: l’uomo è un essere bipede! Questo fatto del tutto unico in natura (i primati sono quadrupedi) ha permesso lo sviluppo delle mani per manipolare gli oggetti, dell’ideazione e pensiero, ma il prezzo da pagare è stato una modifica evolutiva della colonna e del bacino. L’acquisizione della postura eretta si è resa possibile con la presenza di una cuva della colonna lombare, la lordosi lombare.
L’invecchiamento della colonna vertebrale, legato soprattutto alla degenerazione dei dischi, porta a una progressiva perdita d’altezza di ciascun disco, con la perdita di questa preziosa curva. Ne consegue una colonna che invecchiando, via via si incurva in avanti. Compaiono così dei meccanismi di compenso che consentono di rimanere in piedi ma al prezzo i un carico anomalo ad alcune parti della colonna. In alcuni casi questi meccanismi alla lunga non sono più sufficienti e il loro esaurimento può essere causa di dolore come si osserva nelle “flat back”, nelle colonne lombari prive di curva.
Parte fondamentale nel processo di invecchiamento della colonna lo rivestono i dischi vertebrali.
I dischi sono degli “ammortizzatori” posizionati tra una vertebra e l’altra. Hanno due parti: una camicia contenitiva esterna (anulus fibroso) e una parte molle interna (nucleo polposo). Con
l’invecchiamento e altri eventi che facilitano la degenerazione del disco (fumo, obesità, patologie del circolo, traumi ripetuti, ereditarietà..) si rovinano entrambe queste componenti. Se la
camicia contenitiva si lacera in un punto si può avere una lombalgia acuta, mentre se il nucleo polposo fuoriesce da questa fessura, si ha la famosa ernia del disco.
La lombalgia acuta, che insorge improvvisamente, spesso si autolimita nel giro di alcune settimane, mentre la lombalgia cronica si mantiene nel tempo, di minore intensità, ma limita il paziente nelle sue normali attività quotidiane (andare in auto, sollevare pesi, restare seduto a lungo...).
Cause
La lombalgia cronica ha molte cause. Spesso la causa iniziale è un disco vertebrale che rovinandosi per un qualche motivo, diviene causa di dolore. Il dolore discale è un dolore mediano nella colonna, che aumenta durante il sollevamento di pesi o rimanendo a lungo in piedi o seduti, La lombalgia può essere anche causata o associata ad una degenerazione delle faccette articolari, o ad una contrattura della muscolatura, o ad un processo infiammatorio dei ligamenti articolari come nelle malattie infiammatorie sistemiche. A volte anche le strutture anatomiche adiacenti alla colonna, come l’articolazione coxofemorale, cioè l’anca, o l’articolazione sacroiliaca, possono indirettamente portare ad una alterazione del carico della colonna ed essere motivo di dolore lombare. La causa va indagata clinicamente e solo secondariamente con una indagine radiologica come la Risonanza Magnetica.
Cosa devo fare?
La lombalgia trae giovamento spesso da un cambiamento delle abitudini quotidiane - da una perdita di peso, dalla astensione dal fumo, dall'abbandono di una eccessiva sedentarietà - e da una opportuna terapia farmacologica (principalmente brevi cili di antiinfiammatori) e fisioterapica (fisioterapia, attività aerobica a bassa intensità).
Tali accorgimenti sono sufficienti nella maggior parte dei casi.
La prima cosa da fare, prima di decretare il fallimento delle procedure "conservative", è rivolgersi ad uno specialista delle patologie della colonna (fisiatra, neurochirurgo, ortopedico spinalista). Lo specialista potrà indirizzare il paziente ad una diagnostica mirata e ad un inquadramento clinico, definendo la "causa" del dolore e pianificando un livello di trattamento superiore (farmaci, terapia infiltrativa..).
Purtroppo a volte il dolore è tale da non consentire una qualità di vita sufficiente e una volta esaurite le terapie “conservative” non rimane che il trattamento chirurgico. La chirurgia nel dolore di origine discale prevede l’artrodesi, significa la rimozione completa del disco e la fusione ossea tra le due vertebre, mediante l’apposizione di osso tra i due corpi vertebrali, opportunamente preparati, insieme all’uso di viti e barre che “bloccano il movimento” del segmento interessato all’artrodesi.
Cosa succede se decido per l'intervento?
La maggior parte delle procedure chirurgiche, comprese altre usate ad esempio nella stenosi del canale vertebrale o nella correzione della scoliosi, vengono oggi eseguite mediante procedure miniinvasive, vale a dire di minor impatto per il paziente, con piccole incisioni chirurgiche, con riduzione del dolore postoperatorio e del tempo di degenza e la convalescenza dopo l’intervento, con rapido ritorno alla consueta attività quotidiana. Inoltre nei soggetti più anziani il trattamento miniinvasivo riduce il rischio chirurgico e le complicanze associate (trasfusioni, allettamento prolungato, infezioni delle vie aeree...), rendendo possibile oggi delle operazioni che un tempo non potevano essere praticate se non con grande rischio.
La chirurgia della colonna ha negli ultimi anni portato avanti nuovi tipi di intervento e soluzioni tecnologiche specifiche, come l'endoscopia. Oggi è possibile trattare patologie che un tempo non avevano una cura valida, ma solo palliativa e tutto questo è applicabile a fasce più ampie di popolazione. Se un dolore cronico non ha trovato una soluzione nelle terapie farmacologiche o fisioterapiche/osteopatiche, può essere che un trattamento chirurgico possa offrire oggi una soluzione un tempo insperata.